Il calendario ebraico

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Percorso didattico: Il Tempo
“Essendo nato col mondo, l’ebreo porta in sé, con sé, il ricordo di eventi che tutti gli altri uomini hanno dimenticato o cancellato o obliterato, consciamente o inconsciamente, da tempo, ma di cui egli mantiene la presenza attraverso la storia, e di cui risuscita la presenza ad ogni sabato”
Andrè Neher

INTRODUZIONE

L’ebraismo è spesso stato definito come religione del tempo.
Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 e la dispersione nello spazio (“diaspora”)[1], gli ebrei, anche grazie al loro calendario, sono riusciti a preservare la loro identità. La scansione dell’anno con il rituale delle feste ha infatti consentito il rispetto dell’insegnamento della Torah e la celebrazione delle ricorrenze ovunque si trovassero e in qualsiasi condizione versassero.
L’andamento ciclico e circolare caratterizza la scansione del tempo e la si ritrova su un triplice piano:

  • ogni settimana è una sequenza di giorni feriali uguali fra loro che corre al venerdì sera, quando si interrompono le attività e si è chiamati a festeggiare il tempo del riposo, della riflessione, della preghiera e della famiglia: è il momento di celebrare Shabbat;
  • ogni mese è connesso con il ciclo lunare e il Rosh chòdesh (letteralmente capomese) coincide con il novilunio: l’apparizione del primo spicchio di luna visibile dalla terra è simbolo del rinnovamento continuo che è insito anche nell’uomo;
  • ogni anno, con il ripetersi delle feste, consente all’uomo di distinguere tra momenti in cui prevale la realtà materiale della quotidianità e momenti di elevazione dello spirito.

Questa continua tensione circolare fa in modo che l’uomo, ogni volta che celebra una ricorrenza, non rievoca semplicemente e passivamente eventi del passato, ma rivive i momenti più importanti della storia del popolo ebraico rinnovandone il significato per farlo proprio.
In questa unità si chiariscono le ragioni della “santità” attribuita dagli ebrei al tempo, in particolare al sabato e alle ricorrenze, con un accenno finale a come la normativa italiana garantisce il rispetto della Tradizione ebraica.

[1] Si veda “l’unità” dedicata a questo tema.

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