Le espulsioni

Share:

Il primo paese a cacciare gli ebrei, mentre il Medioevo passava allo zenit, fu quello che li aveva ammessi per ultimo. L’ondata di massacri, che si ebbe in Inghilterra al momento dell’ascesa al trono di Riccardo Cuor di Leone, ebbe importanti conseguenze. […] Il 18 luglio 1290 (ed era per tragica coincidenza il 9 del mese di Av, giorno in cui un solenne digiuno commemorava la caduta di Gerusalemme) fu pubblicato un decreto che imponeva a tutti gli ebrei di lasciare il paese nel termine di poco più di tre mesi[20].

Quello britannico fu il primo caso di espulsione dell’intera popolazione ebraica, basata su una menzogna che sarebbe perdurata anche nei secoli seguenti: la calunnia del sangue, il mito secondo cui gli ebrei avrebbero usato il sangue dei bambini cristiani per i loro riti e in particolare per la fabbricazione del pane azzimo destinato al consumo durante la Pasqua ebraica. Ma a lasciare più il segno fu l’espulsione degli ebrei dalla Spagna, dove pare che gli ebrei risiedessero dai tempi del Re Salomone e dove avevano vissuto secoli prosperi sotto la dominazione araba.Soprattutto sotto gli Omayyadi, nell’VIII secolo, molti ebrei si erano stabiliti nella penisola iberica[21].

Questa esperienza degli ebrei detti appunto sefarditi (da Sfaràd, Spagna)[22] si arrestò con la Reconquista[23], che annichilì tutto ciò che non apparteneva all’universo cattolico. . Per gli ebrei ciò comportò la cacciata dalla Spagna nel 1492, seguita, nel 1496, dall’analogo destino per gli ebrei portoghesi[24].

Sotto il sole rovente dell’Andalusia un viaggio a Cordova, capitale del califfato arabo, sulle tracce della rigogliosa comunità ebraica che i re cattolici Ferdinando e Isabella condannarono all’esodo nel 1492. Tra vicoli e piazzette, patios e botteghe che furono di artigiani, visitiamo l’antica sinagoga nella Juderia e la “Casa de Sefarad” , un piccolo museo che custodisce da anni la memoria sefardita e racconta la storia degli ebrei e dei marrani in Andalusia. Servizio Sorgente di vita Andato in onda: 03/09/2017

Il disastro del 1492 non era limitato alla Spagna. L’editto di espulsione, per i suoi stessi termini, si estendeva ai più lontani possessi della Casa d’Aragona, sebbene il problema del cripto-ebreo – pretesto nominale- vi fosse sconosciuto. Questi possessi comprendevano, oltre la Sardegna, con un’antica e fiorente comunità, l’isola di Sicilia. Qui gli ebrei erano stabiliti fino dal principio dell’èra cristiana, come testimoniano resti archeologici. […] Un buon numero di profughi di Sicilia e di Spagna cercarono rifugio nella parte vicina del continente, nel regno indipendente di Napoli. […] Tuttavia nel 1498 i sovrani del luogo seguirono l’esempio dei potenti vicini e decretarono un’espulsione generale[25]

[20] Cecil Roth, Storia del popolo ebraico, Silva Editore, Milano, 1962 p. 340-346.
[21] Maristella Botticini, Zvi Eckstein, I pochi eletti. Il ruolo dell’istruzione nella storia degli ebrei, 70-1492, Università Bocconi Editore, Milano, 2012, p. 46.
[22] Per approfondimenti si veda l’unità sulla Diaspora, paragrafo “La cacciata dalla Spagna”.
[23] Si veda il paragrafo di questa unità sul Basso Medioevo.
[24] Per approfondimenti si veda l’unità sulla diaspora, paragrafo “La cacciata dalla Spagna”.
[25] Cecil Roth, Storia del popolo ebraico, Silva Editore, Milano, 1962 p. 378-379.

Paragrafo precedente

Paragrafo successivo

 

Share: