La riforma protestante

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La Riforma, la cui iniziale ispirazione era di risalire alle più pure sorgenti – alla Parola di Cristo -, non doveva essere indotta, proprio per questo ad allontanarsi del punto di vista tradizionale? Niente affatto. È ben vero che Lutero, come già Maometto, cominciò col prodigare buone parole ed offerte agli Ebrei, con la non celata speranza di guadagnarli alla sua causa. […] Ma non erano trascorsi neppure dieci anni che il riformatore, deluso nelle sue speranze, si scagliava contro gli Ebrei con tutta la violenza di un temperamento impulsivo, collerico, germanico[26] .

Con l’approssimarsi di un anniversario importante come quello dei Cinquecento anni della Riforma con l’affissione da parte di Lutero delle 95 tesi, nell’autunno del 1517, sulla porta della chiesa del Castello di Wittenberg, si riapre un capitolo fondamentale della formazione della modernità. […] Nondimeno nessun passaggio storico è privo di macchie. E questo vale anche per l’insegnamento di Lutero come testimonia il suo atteggiamento di profonda avversione nei confronti degli ebrei foriero di conseguenze tenebrose fino al nazionalsocialismo. È quanto ci rammenta il libro di Thomas Kaufmann, professore di storia della chiesa presso la facoltà teologica di Gottingen, “Gli ebrei e Lutero” recentemente edito dalla Claudiana. A un atteggiamento di iniziale tolleranza, testimoniata dallo scritto giovanile “Gesù è nato ebreo” del 1523 fa seguito una prassi apertamente antisemita che si riflette in particolare nello scritto “Degli ebrei e delle loro menzogne” del 1543, risalente dunque all’ultima fase dell’attività del grande Riformatore. Proprio l’uomo che aveva guardato con il massimo interesse alla Bibbia ebraica a scapito della Vulgata latina si scaglia contro gli ebrei rei di non aver visto in Gesù il Messia annunciato dall’Antico Testamento. In “Degli ebrei e delle loro menzogne” Lutero giunge persino ad auspicare il rogo delle sinagoghe in quanto gli ebrei sarebbero ineluttabilmente posseduti dal male[27] .

L’ostilità di Lutero nei confronti degli ebrei ebbe come effetto un nuovo antigiudaismo che caratterizzò parte dell’Europa centrale nell’età moderna. Negli stati luterani dell’Impero, infatti, si susseguirono restrizioni ed espulsioni, come in Turingia negli anni ’40 del 1500, nei ducati di Brunswick, Hannover e Lünenburg nel 1553, nel Brandeburgo nel 1573 e in gran parte della Slesia nel 1582. Nel 1572 fu saccheggiata la sinagoga di Berlino[28].

[26] Jules Isaac, Gesù e Israele, Nardini Editore, Firenze, 1976, p. 251.
[27] Federico Vercellone, Antisemitismo. L’ombra di Lutero, La Stampa, 16 novembre 2016.
[28] Anna Foa, Ebrei in Europa. Dalla peste nera all’emancipazione, Laterza, Bari, 1992, p. 210.

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